Alessandro Biggio (1974), vive e lavora tra Cagliari e Calasetta.
Nella sua pratica, fortemente radicata nei luoghi in cui lavora, riveste un ruolo fondamentale la sperimentazione con diversi materiali sia naturali che artificiali, in particolare la cenere, l’argilla, il poliuretano. Le sculture, i disegni e le installazioni, sono l’esito di lunghi processi nei quali forma e disfacimento coesistono in un delicato equilibrio.
Tra le principali mostre si segnalano: 2024, Filira, MAN, Nuoro, a cura di Chiara Gatti; 2023, Schiume, Fondazione di Sardegna, Cagliari; 2022, Appunti per una archeologia del futuro, Fondazione La Quadriennale di Roma, Palazzo Braschi, Roma, a cura di Alessandra Troncone; 2021, Nulla è perduto, GAMeC, Bergamo, a cura di Anna Daneri e Lorenzo Giusti; 3,5
milioni di anni, Cler, Milano; 2019, Time Signatures, Galerie Stadtpark, Krems, a cura di David Komary; 2018, Sénne, Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Cagliari, a cura di Paola Mura; 2013, Braccia #2, Museo Marino Marini, Firenze; Braccia #1, Museo MAN, Nuoro.
Nel 2020 è tra gli assegnatari del Pollock-Krasner Foundation Grant (NY). Nel 2017 è stato artist in residence presso AIR-Krems (AT).