Alessandro Biggio, Irene Dioniso, Nona Inescu, Kyriaki Goni, Lucia Pizzani, Natália Trejbalová, Rachel Youn
Antonio Calderara, Alessandro Manfrin, Cosimo Pichierri, Marta Pierobon, Lisa Ponti, Alessandra Spranzi, Marco Strappato, Franco Vimercati
Bora Baboci, João Freitas, Enej Gala, Albano Hernandez, Mehdi-Georges Lahlou, Mirthe Klück, Leonardo Meoni, Giovanni Oberti, Oscar Abraham Pabón, Eugenia Vanni, Xiao Zhiyu, Francesco Carone
Bora Baboci, Adam Bilardi, Enej Gala, Cecilia Granara, Julien Monnerie, Jessy Razafimandimby, Ambra Viviani
Giulio Delvè, João Freitas, Mirthe Klück, Marco Andrea Magni, Giovanni Oberti, Oscar Abraham Pabón, Namasal Siedlecki, Jamie Sneider, Eugenia Vanni, Xiao Zhiyu
João Freitas, Mirthe Klück, Marco Andrea Magni, Oscar Abraham Pabón, Eugenia Vanni
Mirthe Klück, Marco Andrea Magni, Eugenia Vanni, Serena Vestrucci
Sara Enrico, Helena Hladilovà, Pietro Manzo, Giovanni Oberti
C’è un momento, nel ciclo delle stagioni, in cui tutto sembra ancora immobile. Il freddo non ha del tutto abbandonato la terra, l’aria è satura di attesa, e il suolo, apparentemente inerte, comincia a fremere in profondità. È un respiro trattenuto, un movimento silenzioso e sotterraneo che segna l’inizio di una trasformazione.
and the ground begins to breathe nasce da questo passaggio sottile e decisivo: l’istante impercettibile in cui qualcosa inizia a cambiare sotto la superficie visibile, quando il terreno, ancora compatto e silenzioso, si apre, si muove e si anima. Un tempo sospeso, in cui la vita si prepara a emergere, custodita nel buio fertile della terra.
Dopo Sowing the seed of care, mostra presentata nel 2024 che rifletteva sul gesto del prendersi cura come pratica condivisa e radicale, provando a piantare metaforicamente il seme di una nuova specie vegetale, questo nuovo capitolo volge lo sguardo alla fase della germinazione: un momento iniziale, fragile e potente al tempo stesso, in cui il seme, già piantato, inizia il suo processo di attivazione. Siamo nel tempo che precede la fioritura, nel momento in cui la vita vegetale comincia a organizzarsi, a tendere verso l’esterno per poi esplodere rigogliosa e potente verso la luce del sole.
and the ground begins to breathe suggerisce una metamorfosi profonda, quasi invisibile: quella del suolo che si risveglia e si fa culla di nuove possibilità. La mostra esplora il ciclo della vita vegetale: dalle metamorfosi degli scarti organici al sottosuolo, dai semi alle radici, dalle gemme ai fiori, ogni fase è considerata come un frammento di un tempo non lineare, fatto di attese, ritorni e stratificazioni.
In un presente dominato dalla velocità e dalla sovraesposizione, la mostra invita a un esercizio di attenzione rallentata, a percepire i micro-movimenti della materia, i segnali minimi che precedono ogni cambiamento visibile. La germinazione, in questo senso, diventa simbolo di un tempo altro, ecologico, in cui ogni trasformazione richiede cura, pazienza e ascolto.
Le opere di Alessandro Biggio, Irene Dionisio, Nona Inescu, Kyriaki Goni, Lucia Pizzani, Natália Trejbalová e Rachel Youn mettono in scena un paesaggio in espansione, vivo e sensibile, sospeso tra l’immaginazione e l’osservazione scientifica, tra naturale e artificiale.
La mostra si articola tra due spazi distinti: Galleria Fuoricampo e La Limonaia di Villa Griccioli a Montechiaro componendo un percorso che intreccia pratiche artistiche, saperi botanici, narrazioni ecologiche e tensioni immaginative. Entrambi le sedi ospitano una porzione del racconto, offrendo sia prospettive diverse su un ecosistema in trasformazione che un invito ad ascoltare il respiro ancestrale e continuo di Gaia.